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Immaginiamo che i grandi compositori del passato possano vivere nel nostro tempo. Fingiamo per un paio d’ore che Beethoven, Mozart, Čajkovskij, Wagner e altri grandi sperimentino l’essere musicisti nell’epoca contemporanea e gli stili di vita associati.

Il punk, il rock, le groupie, l’alcool … cosa farebbero? If Beethoven Was A Punk è una rock opera che mira a coniugare il passato con il presente, trovandone i punti di contatto. Attraverso la lettura del fumetto di Arianna Vittoria Beffardi e la musica della giovane band WakeUpCall, prende forma la storia di Alex, un giovane aspirante musicista un po’ depresso, che non riesce a far venire fuori la sua vena artistica proprio nel momento in cui deve consegnare urgentemente delle canzoni alla sua band. Il sogno, però, porta consigli a tutti e, ovviamente, anche ad Alex. In un’esperienza onirica il ragazzo incontra degli anziani musicisti (che incarnano i grandi compositori del passato, ma hanno dei nomignoli moderni) e con essi vive un’avventura surreale, dove riesce a ritrovare la grinta perduta.

Alex impara a buttarsi in nuove sfide, a scendere a compromessi con la società fagocitante, a sentire il vuoto dentro di sé. Resta un mistero se questi anziani siano solo un po’ suonati o siano davvero i vecchi compositori del passato, ma quel che conta è il risultato: Alex, al risveglio, ha le canzoni pronte.
La serata ha permesso agli spettatori del Teatro Uno di immergersi in questo esperimento multiforme, ma anche di conoscere la nuova graphic novel intitolata “Vivere” del fumettista Ugo Bertotti
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