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Category Archives: Dicono di noi

(Italiano) If Beethoven was a Punk est centré sur le pouvoir de guérison de la musique

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(Italiano) Concept album che svela il lato punk dei mostri della musica classica

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(Italiano) If Beethoven Was a Punk – la “rock opera” firmata WakeUpCall prende vita a Villa Borghese

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If Beethoven Was a Punk: scopri l’evento più rock dell’estate

L’estate, il caldo, il mare, le bevande fresche, le serate con gli amici. Perché non aggiungere un indimenticabile evento all’aperto, all’insegna della musica rock? Se l’idea stuzzica il tuo interesse, allora ti consigliamo di recarti alla Casa del Cinema a Villa Borghese a Roma il 27 Giugno! Infatti dalle 21:00 si terrà lo spettacolo If Beethoven was a punk, un progetto ispirato all’omonimo album dei WakeUpCall e prodotto da Made in Tomorrow.

Tutto l’articolo al link: http://www.skuola.net/news/fotonotizie/musical-beethoven.html

 

“La mia opera suona il rock” – La Repubblica

Il primo Live Show ufficiale del lancio del progetto “If Beethoven Was a Punk” si avvicina…

Intanto, per ingannare il tempo, su la Repubblica trovate un pezzo che racconta tutto il percorso del progetto nei minimi dettagli, dall’uscita dell’album alla realizzazione della graphic novel!

Buona lettura!

Metal In Italy

http://www.metalinitaly.com/wakeupcall-if-beethoven-was-punk-recensione/

Prendere in prestito dai grandi Maestri della Musica Classica passaggi celebri da inserire all’interno di brani Rock non è sempre una buona idea, soprattutto se questa commistione viene fatta senza cognizione di causa, ma non è il caso dei capitolini WakeUpCall, i quali con “If Beethoven Was A Punk” sono riusciti sicuramente nell’impresa.

La band non vuole certo riproporre i virtuosismi di alcuni dei compositori chiamati in causa, ma mutuano da questi i motivi conosciuti anche da chi non ha molta familiarità con il mondo classico. Non si tratta di un semplice copia e incolla che i Nostri fanno per inserire di forza Beethoven in un brano Punk, perché l’ottimo lavoro svolto in fase di composizione ha permesso loro di compiere una vera e propria integrazione, “giocando” e costruendo i brani in modo sì ragionato, ma non meccanico.

Questo secondo album della band conferma che i WakeUpCall siano una band da tenere d’occhio, anche perché nel corso degli anni che ci separano dal loro esordio discografico sulla lunga distanza, precisamente avvenuto nel 2012 con “Batteries Are Not Included”, si sono dedicati ad una intensa attività live ed alla costruzione di una release che abbraccia diversi ambiti della comunicazione. “If Beethoven Was A Punk” è, infatti, anche un fumetto, in fase di realizzazione, che verrà unito alla musica in un’App dedicata; un lavoro ambizioso che la band ha studiato sin nei minimi particolari.

Non solo Beethoven tra i celebri compositori, anche Handel, Mozart ed altri che di volta in volta affiorano tra le trame di un Rock energico ed accattivante, che riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore grazie alle mille sfumature delle trame musicali. Tra le nove tracce presenti ce n’è per tutti i gusti: dalle melodie trascinanti ed i cori di matrice Pop/Punk di “My Last Song”, ai ritmi sostenuti e festaioli “Sex Hallelujah” e “Twinkle Fallin Star”, passando per il Rock stradaiolo di “We Music”, con tanto di chitarre acustiche, alle malinconia di “I Feel Nothing”. Da citare anche “Boys Don’t Cry” e la title track “If Beethoven Was A Punk”, una vera propria Rock opera la cui lunghezza supera gli otto minuti. In questo episodio la band riesce ad alternare mood diversi, accelerazioni che si alternano a passaggi più intimi ed aperture da cantare a squarciagola.

“If Beethoven Was A Punk” è un esperimento sicuramente riuscito, è un album che testimonia il grande impegno profuso dai WakeUpCall supportato da un’ottima padronanza degli strumenti.

Hot Music Magazine

I WUC registrano i primi pezzi con il famoso produttore americano Beau Hill ed iniziano da subito a fare concerti in giro per l’Italia e l’Europa con: RED, Winger, Silverstein, Crossfaith, Richie Kotzen. Ad inizio 2011 esce il loro primo video-clip” Before i fall” che anticipa l’uscita di un ep di 5 pezzi. Collaborano con M. Baggio ( The Fire, Vanilla Sky) e registrano ” Here to stay” a cui partecipa Olly Riva dei The Fire/Shandon/Rezophonic in qualità di guest-vocalist.
L’ep riceve buoni consensi in ambito rock e quindi partono per un tour di 20 date in giro per l’Italia e l’Europa. L’Hitweek festival conclude la stagione 2011/2012 con all’attivo 100 date in 2 anni. Nel 2012 esce il primo full dal titolo ” Batteries are not included” (11 songs), anticipato dal video-singolo “To be” che viene trasmesso in rotazione su Tv e radio italiane ed estere.
Il secondo singolo “Just wanna dance” entra nella top chart dei singoli indie più trasmessi dalle radio italiane per qualche settimana. Nel giugno 2013 il singolo “Batteries are not included” viene usato come spot per Iccrea/BCC nel filmato pubblicitario ” La scelta sbagliata”. Nell’autunno 2013 sono in tour in Europa e a Roma prendono parte ai festeggiamenti dei 15 anni del Hard Rock Cafè locale. Iniziano a collaborare con la Barley Arts. Nel giugno 2014 si classificano terzi su venti alla selezione di Virgin Radio tenutasi al’Hard Rock Cafè di Firenze . Della giuria faceva parte pure Piero Pelu’ che definisce il frontman eccezionale. Stesso mese prendono parte al Jam Rock Festival in Rep. Ceca. Nel 2014 cambio di batterista e bassista non impediscono ai nostri di partire per il tour in Italia, Rep. Ceca,Polonia, Inghilterra e Russia.Prima di partire registrano 3 pezzi nuovi che usciranno nel 2015. Nel frattempo uno dei pezzi dei WUC diviene colonna sonora di uno spot per la Street Art di Roma. Il pezzo è “Revolution”. Dopo un primo successo in Russia, vi ritornano dopo 4 mesi per un tour estivo di 12 date. Nel 2015/2016 tornano in tour in Europa e Russia per 40 date. Tra una data e l’altra i nostri scrivono quello che sarà il loro secondo full dal titolo “Beethoven was a punk”(2017). Di seguito andrò ad analizzare piece by piece.
Si inizia subito con l’intro della quinta di Beethoven che introduce “My last song”; pezzo con forti e poderose sferzate rock con melodie che affascinano e coinvolgono l’ascoltatore. La voce scorrevole nel refrain si fa decisa e forte a tratti, modellandosi al tappeto ritmico e cullando i padiglioni auricolari ricettivi. Il cammino si fa largo tra i grandi della classica con l’intro di G.F. Handel in ” Sex Hallulujah”, di cui il coro fa da refrain e ci fa recepire la musica classica in versione rock. Di questo pezzo han fatto pure uno stupendo video che consiglio di guardare su youtube. In questo singolo ci son pure delle “scretchate” in stile rap all’inizio, se ascoltate con attenzione. Ottimo biglietto da visita per farsi conoscere.
Il percorso classico ci porta alla K265 di W.A.Mozart che introduce ” Twinkle falling stars” , col suo passo lento iniziale ma che esplode con la voce di Tommaso che segue il periplo del pezzo e decora la favolosa torta con timbro deciso e solare nel refrain. Beethoven apre con la nona sinfonia il pezzo “We music”, che va a preparare il terreno ad una chitarra graffiante e Tommaso pennella a dovere le parole per decorare il suo quadro di luce e energia al meglio. Il pezzo è un’altalena tra parti decise e rallentamenti non soft ma che creano le giuste atmosfere per trasformare l’energia primordiale del suono in pura luce d’estasi. Song da cantare sotto il sole di primavera in un campo di fiori gialli indossando una t-shirt rossa.
Chopin accoglie le lugubri e lente atmosfere di “I feel nothing”, aprendo questo pezzo malinconico ma molto intenso e toccante come una piuma che scivola lenta lungo la schiena e procura solo brividi…solo brividi. Vi sembra poco? Si apre “Disposable” con un intrigo di tastiere che si attorcigliano attorno ad un poderoso basso suonato da Badd e poi si avanza decisi e convinti alzando le braccia al vento nel luminoso refrain che ricorda un’esplosione di luce e si continua aprendo le ali verso l’infinito nel finale toccante e da cantare in coro ai loro concerti. “Boys don’t cry” viene introdotto dal carillon di Tchaikovsky de “Lo schiaccianoci”, si prosegue lungo scie emozionali incanalate dalla voce di Tommaso,che come un direttore d’orchestra , conduce il mezzo su percorsi collinari ove in lontananza il sole dipinge un quadro irreale. La title-track unisce un bello stuolo di compositori classici amalgamati da un tappeto di tastiere che cuce doviziosamente il tutto in un vestito di color oro decorato da fasce argentate. La voce limpida e chiara esplode nel refrain e nel corso del pezzo alterna il deciso al lento in un caleidoscopico insieme di colori, luci e suoni degni dei compositori di cui i nostri han usato parti di loro opere.
Conclude questo full il pezzo “Still a fighter”(bonus track) introdotto dalla sinfonia n°9 di Dvorak.
L’ inizio malinconico colora di autunno l’atmosfera riportandoci a foglie secche e piante spoglie per poi scivolare nel refrain straziante e proseguire cullati da dolci melodie. A metà pezzo si alza il ritmo verso zone di media collina con l’inserto di voce filtrata e l’urlo di Tommaso che si distende sul tappeto di tastiere che va creandosi lungo queste sponde desolate d’autunno sonico.
Ottima seconda prova dei WAKEUPCALL, che con quest’opera sa unire la classica e il rock in forma umile e allo stesso tempo coraggiosa. In questo modo riescono a far amare la classica a molte più persone. In conclusione ribadisco la bellezza compositiva, tecnica e sensoriale che questo disco sa donare a quanti avranno la pazienza di fermarsi un attimo, posare lo smartphone e …farsi rapire da questi quattro ragazzi.

Brainstorming Magazine

http://www.brainstormingmagazine.it/2017/04/6449/

Un esperimento che poteva risultare fallimentare, e invece è stato un successo incredibile!

Stiamo parlando degli Wake Up Call, band romana attiva dal 2009 e con un curriculum di tutto rispetto sulle spalle: capitanati dai fratelli Forni (Tommaso alla voce e alla chitarra e Oliviero alla chitarra), insieme a Badd Tripp al basso e ad Antonio Aronne, new entry alla batteria, questi giovani promettenti musicisti hanno trovato da subito la chiave ideale per farsi spazio nel panorama punk-rock italiano e non.

Tutto comincia con una collaborazione importante con Beau Hill (produttore americano di band come Europe e Alice Cooper), aperture di concerti di nomi illustri del settore (vedi Silverstein, Crossfaith e molti altri) e, finalmente, nel 2012 l’uscita del primo CD : “Batteries are not Included” .

Sono passati cinque anni, ma gli Wake Up Call non sono rimasti fermi ad aspettare il successo; hanno fatto esperienza su più di 220 palchi diversi, e questo ha aiutato alla produzione del loro ultimo, innovativo lavoro: “If Beethoven Was a Punk”, uscito il 30 gennaio di quest’anno.

Un cd che mischia pop,punk,rock e musica classica, dove Beethoven, Mozart e Bach si incontrano sopra le rullate della batteria e i riff delle chitarre, in un atmosfera incredibile. Immaginatevi poi, se il progetto non finisse qui: oltre ai tour in partenza in Italia e Russia, gli Wake Up Call hanno pensato di integrare al CD anche un fumetto in forma di App digitale (prodotta dalla Made In Tomorrow), dove ci ritroveremo a seguire le avventure di artisti del passato alle prese con la tecnologia moderna – e l’era moderna, soprattutto.

Quindi riassumiamo: ottimo punk rock, un pizzico di musica classica, un bel made in Italy per gradire, arte visiva che si fonde a quella musicale… c’è altro da dire? Non lasciatevi sfuggire l’occasione di ascoltarli e vederli: non ve ne pentirete assolutamente !

Track List “If Beethoven Was a Punk”:

1) My Last Song

2) Sex Hallelujah

3) Twinkle Falling Star

4) We Music

5) I Feel Nothing

6) Disposable

7) Boy’s Don’t Cry

8) If Beethoven Was a Punk

9) Still a Fighter

xtm

http://www.xtm.it/DettaglioTeatroMultimedia.aspx?ID=17681#sthash.O5X4uRk1.Fv2l9Pdf.dpbs

Immaginiamo che i grandi compositori del passato possano vivere nel nostro tempo. Fingiamo per un paio d’ore che Beethoven, Mozart, Čajkovskij, Wagner e altri grandi sperimentino l’essere musicisti nell’epoca contemporanea e gli stili di vita associati.

Il punk, il rock, le groupie, l’alcool … cosa farebbero? If Beethoven Was A Punk è una rock opera che mira a coniugare il passato con il presente, trovandone i punti di contatto. Attraverso la lettura del fumetto di Arianna Vittoria Beffardi e la musica della giovane band WakeUpCall, prende forma la storia di Alex, un giovane aspirante musicista un po’ depresso, che non riesce a far venire fuori la sua vena artistica proprio nel momento in cui deve consegnare urgentemente delle canzoni alla sua band. Il sogno, però, porta consigli a tutti e, ovviamente, anche ad Alex. In un’esperienza onirica il ragazzo incontra degli anziani musicisti (che incarnano i grandi compositori del passato, ma hanno dei nomignoli moderni) e con essi vive un’avventura surreale, dove riesce a ritrovare la grinta perduta.

Alex impara a buttarsi in nuove sfide, a scendere a compromessi con la società fagocitante, a sentire il vuoto dentro di sé. Resta un mistero se questi anziani siano solo un po’ suonati o siano davvero i vecchi compositori del passato, ma quel che conta è il risultato: Alex, al risveglio, ha le canzoni pronte.
La serata ha permesso agli spettatori del Teatro Uno di immergersi in questo esperimento multiforme, ma anche di conoscere la nuova graphic novel intitolata “Vivere” del fumettista Ugo Bertotti
– See more at: http://www.xtm.it/DettaglioTeatroMultimedia.aspx?ID=17681#sthash.O5X4uRk1.WFHIDCJO.dpuf

Cinque quotidiano

http://www.cinquequotidiano.it/tempo-libero/musica/2017/01/19/roma-wakeupcall-rock-incontra-beethoven/

Uniscono rock, punk e pop in un colpo solo. Fino ad arrivare, nell’ultimo album, a un ulteriore mix con la musica classica. Sono i WakeUpCall, giovane band tra le più promettenti di Roma che da anni si fa largo nel panorama musicale italiano (e non solo) con un unico obiettivo: far emergere il proprio talento.

I fratelli Tommaso e Oliviero Forni (rispettivamente, voce/chitarra e chitarra), Badd Tripp(basso) e Antonio Aronne (new entry alla batteria) sono in piedi dal 2009 e ci hanno messo poco per farsi notare: subito una illustre collaborazione con Beau Hill (produttore statunitense di artisti come Europe ed Alice Cooper), tour promozionali in Italia ed Europa (con aperture eccellenti a Silverstein, Red, Crossfaith e tanti altri) e, nel 2012, il primo vero album “Batteries Are Not Included”. Ora a distanza di 5 anni, ma con nel mezzo una miriade di concerti ed esperienze su diversi palchi, arriva il nuovo disco “If Beethoven Was A Punk”. Quello, appunto, dell’incontro tra i WakeUpCall e la musica classica. Un esperimento coraggioso ma intrigante.

«”If Beethoven Was A Punk” – spiega Tommaso – è un concept album di 9 canzoni molto particolare sull’amore per la musica, dove passato e futuro si intrecciano, dove Ludwig Van Beethoven, Mozart e Bach si mischiano al nostro sound rock. Noi siamo cresciuti con tantissima musica classica in casa, è sempre stata la colonna sonora delle nostre giornate fin da piccoli fino al momento della ribellione adolescenziale e il rock‘n’roll. Da qui l’idea di fare della musica classica il collante dei nostri pezzi». L’album uscirà il 30 gennaio e sarà presentato a Roma mercoledì 8 febbraio presso il Teatro Sala Uno. Poi nuovi tour in Europa e Russia e non solo. Nel frattempo però sono già usciti sul web i primi due singoli del nuovo lavoro, la title-track “If Beethoven Was A Punk” e “Sex Hallelujah”.

Di quest’ultimo c’è anche il videoclip su YouTube, che unisce la bellezza di sensuali corpi femminili a una morale più profonda: «Il testo di “Sex Hallelujah” – prosegue Tommaso – parla del sesso come una droga che in certi casi ti consuma e ti distrugge, e come tutte le droghe non ne puoi fare a meno e diventa un’ossessione, allontanandoti da tutto il resto che c’è di bello. E speri che l’amore possa essere la cura. Nel video un ragazzo esce a cena per la prima volta con una ragazza che le piace tanto, a un certo punto comincia a vedere tutte le altre donne nella stanza mezze nude, tutte una alla volta e poi tutte insieme tranne la ragazza con cui è uscito, piano piano impazzisce e scappa via rovinando l’appuntamento. Sul finale cambia la prospettiva e vediamo con gli occhi della ragazza che si guarda intorno e tutti gli uomini della stanza sono nudi, fa finta di niente come se per lei fosse una cosa normale e continua a mangiare da sola».

Ma i WakeUpCall guardano anche al futuro: “If Beethoven Was A Punk” sarà infatti anche un fumetto sottoforma di app digitale (prodotta da Made In Tomorrow), la storia di gloriosi artisti del ‘700/’800 che si ritrova a vivere negli anni 2000 barcamenandosi tra talent show, l’avvento del digitale e un’epoca completamente diversa dalla loro. Un perfetto connubio tra musica e disegno, idee che al giorno d’oggi si vedono di rado. E fanno davvero riflettere su una cosa: se Beethoven fosse davvero punk, cosa farebbe oggi? Ora sappiamo che a collaborare con lui un pensierino, i WakeUpCall, ce lo farebbero.

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