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Prendere in prestito dai grandi Maestri della Musica Classica passaggi celebri da inserire all’interno di brani Rock non è sempre una buona idea, soprattutto se questa commistione viene fatta senza cognizione di causa, ma non è il caso dei capitolini WakeUpCall, i quali con “If Beethoven Was A Punk” sono riusciti sicuramente nell’impresa.

La band non vuole certo riproporre i virtuosismi di alcuni dei compositori chiamati in causa, ma mutuano da questi i motivi conosciuti anche da chi non ha molta familiarità con il mondo classico. Non si tratta di un semplice copia e incolla che i Nostri fanno per inserire di forza Beethoven in un brano Punk, perché l’ottimo lavoro svolto in fase di composizione ha permesso loro di compiere una vera e propria integrazione, “giocando” e costruendo i brani in modo sì ragionato, ma non meccanico.

Questo secondo album della band conferma che i WakeUpCall siano una band da tenere d’occhio, anche perché nel corso degli anni che ci separano dal loro esordio discografico sulla lunga distanza, precisamente avvenuto nel 2012 con “Batteries Are Not Included”, si sono dedicati ad una intensa attività live ed alla costruzione di una release che abbraccia diversi ambiti della comunicazione. “If Beethoven Was A Punk” è, infatti, anche un fumetto, in fase di realizzazione, che verrà unito alla musica in un’App dedicata; un lavoro ambizioso che la band ha studiato sin nei minimi particolari.

Non solo Beethoven tra i celebri compositori, anche Handel, Mozart ed altri che di volta in volta affiorano tra le trame di un Rock energico ed accattivante, che riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore grazie alle mille sfumature delle trame musicali. Tra le nove tracce presenti ce n’è per tutti i gusti: dalle melodie trascinanti ed i cori di matrice Pop/Punk di “My Last Song”, ai ritmi sostenuti e festaioli “Sex Hallelujah” e “Twinkle Fallin Star”, passando per il Rock stradaiolo di “We Music”, con tanto di chitarre acustiche, alle malinconia di “I Feel Nothing”. Da citare anche “Boys Don’t Cry” e la title track “If Beethoven Was A Punk”, una vera propria Rock opera la cui lunghezza supera gli otto minuti. In questo episodio la band riesce ad alternare mood diversi, accelerazioni che si alternano a passaggi più intimi ed aperture da cantare a squarciagola.

“If Beethoven Was A Punk” è un esperimento sicuramente riuscito, è un album che testimonia il grande impegno profuso dai WakeUpCall supportato da un’ottima padronanza degli strumenti.